Potrebbe sembrare una cosa da poco, che però in realtà richiede degli importanti aggiustamenti strategici. Molti avversari proveranno a implementare le classiche strategie della variante a quattro carte, offrendo così a voi la chance di vincere un po’ di soldi con i giusti adattamenti.
Ecco i miei tre consigli per passare alla variante a cinque carte: cliccate sui seguenti link per andare direttamente al consiglio che vi interessa.
1. Adattatevi ai range pre-flop a cinque carte
Nel PLO a quattro carte, le migliori mani sono quelle in cui tutte e quattro le carte sono ben amalgamate tra di loro; analogamente, nella variante a cinque carte bisognerà formare idealmente una buona combinazione con tutte e cinque le carte, come ad esempio AhAsKsQhJc.
Ovviamente è difficile ottenere cinque carte tra loro ben coordinate, per cui in molti casi può essere sufficiente averne quattro, come ad esempio AhKsQhJs7c.
Tuttavia, ogniqualvolta avrete una mano con quattro carte coordinate e un “dangler” (cioè una carta debole e sconnessa, come il 7c nell’esempio precedente), ci sarà il rischio che l’avversario abbia una mano più forte con cinque carte coordinate.
Questo aspetto implica anche una maggior importanza dei kicker in presenza di grandi coppie. Consideriamo una mano composta da AAxx e facciamo un paragone tra l’Omaha a quattro e a cinque carte.
Cominciamo a confrontare un AA27 sconnesso e un AAJT con due semi.
Consideriamo ora il PLO a cinque carte e analizziamo un AA27T sconnesso e un AAJJT molto forte con due semi.
Potete vedere che, in una partita di PLO a cinque carte, la mano AAxxx sconnessa nel pre-flop ha maggiori possibilità di insidiare una mano AAxxx più forte.
Come regola generale da applicare nel PLO a cinque carte, qualsiasi mano con cui giochiate nel pre-flop dovrebbe essere un po’ più forte delle mani con cui scegliereste di giocare nella variante a quattro carte. Le mani a cinque carte richiedono una coordinazione maggiore o che comunque coinvolga uno spettro di mani più ampio.
Trattandosi inoltre di uno degli errori più comuni per i giocatori che arrivano dal Texas Hold’em, bisognerebbe sempre procedere con cautela nel caso di una mano AAxxx: non sarà rappresenterà il nut come nell’Hold’em.
2. Imparate a leggere i progetti più ampi
Il PLO a cinque carte è caratterizzato da progetti più ampi e, di conseguenza, più difficili da leggere. Ammettiamolo: può essere già difficile capire esattamente che tipo di “wrap” (progetto di scala con almeno otto out) avete in una partita a quattro carte, figuriamoci nel PLO a cinque carte. Ci sono inoltre delle piccole probabilità extra che abbiate un progetto (eventualmente backdoor) di colore grazie alla carta in più di cui disporrete.
Nel PLO a cinque carte non ci possono essere mani iniziali rainbow (con tutti semi diversi), dal momento che in un mazzo di poker ci sono solo quattro semi differenti. Nella peggiore delle ipotesi ci saranno due carte con lo stesso seme, per cui è ovvio che questa variante prevede una maggior facilità di comporre un colore.
In realtà, la lettura delle mani wrap nel PLO a cinque carte è solo leggermente più complicata rispetto alla versione a quattro carte: tali mani, in genere, si formano comunque con sole quattro carte.
Consideriamo ad esempio una tipica mano wrap che sfrutti tutte e quattro le hole cards nel classico PLO.
Board: 89s
Mano: 67TJ
In questo esempio vi ritrovate con un grande wrap da 20 out. Qualsiasi cinque, sei, sette, dieci, jack o regina vi garantisce una scala.
Quindi cosa succede se aggiungete un’ulteriore carta connessa alla vostra mano?
Board: 89s
Mano: 67TJQ
Quanti out avete ora?
Il numero degli out non è aumentato: anzi, ora bisogna escludere la regina. Vi ritrovate adesso con un wrap da 19 out. Fatta questa premessa, non è detto che il vostro progetto sia peggiorato, dal momento che ora disponete di ulteriori progetti di scala nut.
Ad esempio, se nel caso precedente di PLO a quattro carte il turn è costituito da un dieci, potete utilizzare J7 per formare una scala al jack diversa dal nut. Nell’esempio a cinque carte, invece, usate QJ per completare una scala alla regina che rappresenta anche il nut.
Sebbene la presenza di una quinta carta possa dunque avere un certo impatto sulla struttura delle vostre mani wrap, la differenza sarà più piccola di quanto potreste inizialmente immaginare: occorrerà però un po’ di tempo per apportare i giusti adattamenti.
Ecco un esempio sul turn che va al di là delle possibilità previste nel classico PLO a quattro carte.
Board: 45QJ
Mano: 6789T
In questo caso avete un cosiddetto “doppio wrap”. In altre parole, usando tutte e cinque le carte disponete di due diversi wrap:
- sfruttando il 678 in mano assieme al 45 sul board per formare una scala all’otto.
- sfruttando l’89T in mano assieme al QJ sul board per formare una scala alla regina.
I giocatori abituali di PLO riconosceranno queste mani come due diversi wrap da 13 out: la più bassa rappresenta il nut, al contrario di quella più alta. Ovviamente ciò non significa che avrete 26 out, dal momento che entrambi i wrap avranno l’otto come out comune.
Facendo un elenco di ogni singolo out, ne ricaviamo un totale di 23.
Out | Numero |
Tre | 4 |
Sei | 3 |
Sette | 3 |
Otto | 3 |
Nove | 3 |
Dieci | 3 |
Re | 4 |
Totale: wrap da 23 out con l’utilizzo di tutte e cinque le carte.
Per quanto si tratti di un evento piuttosto raro (legato a board molto specifici), nel PLO a cinque carte ci possono essere dei wrap più grandi che sfruttano tutte e cinque le carte.
3. Range di commitment più forti
È più facile formare una mano forte nel PLO a cinque carte: in genere ci sarà quindi qualche chance in più che un avversario abbia davvero una mano buona e che non stia bluffando. Rispetto alla variante a quattro carte, vi converrà pertanto restringere il vostro stack medio da investire nei pot.
Questo scenario vale anche per i nut con kicker scarni nelle prime fasi di una mano nel PLO a cinque carte. Alle volte può essere un errore andare all-in col nut sul flop quando si gioca a quattro carte: tale discorso vale ancora di più nella variante a cinque carte.
Ecco un rapido esempio:
Board: 8d9d7h
Mano: TcJc2s3c4c
A prima vista potrebbe sembrare che abbiate il miglior nut possibile, ma le cose stanno diversamente nel PLO a quattro e cinque carte: avete un semplice nut con dei kicker di poco conto. Se anche l’avversario ha una scala al jack assieme ai redraw, potreste finire per ritrovarvi con delle equity piuttosto sfavorevoli.
Ipotizziamo ora un possibile scenario pessimistico nel PLO a cinque carte.
L’avversario avrà la seguente mano: TdJdQh2c2h
Wow! Il 20% di equity col nut! Ma cos’è successo? Il vostro avversario ha la certezza di non perdere grazie anche a tre diversi redraw.
1. La regina offre all’avversario un redraw per la scala più alta.
2. La coppia di due sotto forma di hold cards offre all’avversario un redraw per il full.
3. I due cuori garantiscono all’avversario un redraw per il colore di cuori backdoor.
Non siamo nell’ambito del Texas Hold’em, bensì del PLO a cinque carte: bisognerebbe sempre considerare i kicker. Ricordatevi che il nut potrebbe lasciare il tempo che trova, soprattutto nel PLO a cinque carte.
Considerazioni finali
Probabilmente non è una buona idea cimentarsi direttamente nel PLO a cinque carte: provate prima a imparare le basi della versione a quattro carte, così da procedere gradualmente.
È un po’ più difficile trovare tavoli di PLO a cinque carte, dal momento che è ritenuta una variante più “esotica” rispetto a quella a quattro carte.
Infine, il giocatore medio a cinque carte ha delle capacità molto più limitate rispetto a quello a quattro carte, considerando che per il PLO a cinque carte è piuttosto difficile trovare materiale di studio approfondito. Tuttavia, un discreto giocatore a cinque carte che riesca a trovare un tavolo da gioco ha buone chance di mettere a segno una vincita importante.